La pioggia cadeva fitta.
Un bambino guardava dalla finestra quello spettacolo strano, con la bocca semiaperta e le mani sul vetro.
Una donna in mezzo alla strada correva scomposta guardando ogni tanto quelle gocce che spigionavano calore.
Giuda. Sporco giuda traditore.
La luce del cielo giallognolo sembro infiammarle i capelli attraverso l’enorme finestra del palazzo.
Si era tolta il cuore e glielo aveva buttato ai piedi.
E lui le aveva rubato tutto.
Tutto cominciava a riscaldarsi. La pioggia cadeva fitta. L’aria era diventata tutta vapore.
Sporco giuda traditore. Camminava lentamente dietro di lui. Sentiva fischi di gocce di pioggia caderle vicino, sfiorarla, sentiva il calore.
L’asfalto cominciò a ribollire. Le macchine friggevano sotto la pioggia. Le persone cominciarono a correre via spaventati e a nascondersi dentro i negozi.
Anche l’ombrello di quel porco traditore cominciò a scaldarsi, tanto che lui lo gettò a terra con un urlo di dolore.
La luce gialla illuminava i vaporosi capelli rossi che le ondeggiavano intorno al bel viso rotondo.
Lei si fermò.
Giuda. Sporco giuda traditore.
Lui non poté fare altro che fermarsi. Aveva i piedi inchiodati a terra. L’asfalto si stava sciogliendo e le sue scarpe si erano irrimediabilmente incollate al suolo.
Cercò di staccarsi ma non ci riuscì. Iniziò a sfilare dalle scarpe un piede alla volta.
Lei guardò in su.
Le nuvole si raggrumarono velocissime.
Si abbassarono in un lampo.
Riprese a camminare e lo superò.
Sporco giuda bastardo.
Cominciarono a cadere fiamme.
L’unica persona a non essere al riparo era quello sporco giuda traditore, incollato all’asfalto.
I suoi grandi passi si attutivano lasciando spazio alle urla di terrore per quella pioggia infuocata.
Non si guardò indietro.
Sollevò lo sguardo di nuovo in alto e le fiamme cominciarono a cadere fitte e rapide.
Sentì l’urlo che stava aspettando.
Maiale. Infame e traditore. Giuda.
Chiuse gli occhi rallentando per poco il passo.
La pioggia cessò.
Tutti accorsero a vedere cosa fosse rimasto di quell’uomo bruciato vivo.
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